Dal 1922, anno in cui il Dottor Gerson ha iniziato
ad applicare questa terapia, migliaia di pazienti sono stati salvati.
Gerson ha osservato che, correggendo le turbe
del metabolismo basale, che permettono lo sviluppo delle malattie croniche,
tutti i sistemi dell’organismo possono venire riportati al giusto
funzionamento.
Il corso di alcune malattie croniche, cancro
incluso, può essere invertito. Il dottor Gerson sostiene che,
nel cancro, è decisivo il mutamento del quadro patologico generale
e non di quello locale.
La terapia proposta può essere modificata
per il trattamento di alcune malattie croniche non maligne.
Il Dottor Gerson riscontrò che, negli
anni venti, quando si iniziò a fertilizzare il suolo con sostanze
chimiche, il potassio delle verdure e della frutta diminuiva. I processi
di conservazione degli alimenti modificano ulteriormente l’equilibrio
minerale naturale. Infatti notevoli quantità di sodio vengono
aggiunte per conservare ed insaporire. Di conseguenza viene ridotta
la riserva di potassio dell’organismo che, contemporaneamente
viene costretto ad eliminare notevoli eccessi di sodio. Il Dottor Gerson
spiega che questa variazione del metabolismo minerale viene seguita
da variazioni del PH delle cellule che, a loro volta, agiscono sulla
formazione e sulla riattivazione degli ormoni, delle vitamine e, soprattutto,
dei diversi sistemi enzimatici ossidanti. A questo punto egli presume
che le cellule “anormali” più deboli, esistenti in
ogni organismo, siano le prime a risentirne e, nella loro lotta per
sopravvivere, cambiano il loro metabolismo, trasformandolo da ossidante
in fermentativo. Esse sopravvivono distruggendo il tessuto circostante
con i loro prodotti metabolici tossici, finendo con l’uccidere
il corpo che le ospita.
Allo scopo di aiutare l’organismo ad acquisire
i minerali e le vitamine che gli occorrono, in forma facilmente digeribile,
vengono somministrati ai pazienti notevoli quantitativi di succhi di
frutta e di verdura biologici freschi.
Vengono somministrati anche frutta e verdure,
crude o cotte, e insalate verdi biologiche. La prima fase della terapia
è la disintossicazione. Questa viene realizzata somministrando
ai pazienti uno speciale passato, preparato di fresco con verdure ed
erbe specifiche, che Ippocrate dava ai malati di cancro. Questo passato
serve a stimolare l’eliminazione delle sostanze tossiche attraverso
i reni. Vengono inoltre praticati un grande numero di clisteri di caffè,
pure biologico, poiché la caffeina ha l’effetto di aprire
i dotti biliari che liberano grandi quantità di materiale tossico.
Per le prime sei settimane vengono eliminate
tutte le proteine animali, per permettere al pancreas, la cui capacità
di decomporre le proteine è già ridotta, di tentare di
sopprimere e digerire il tessuto canceroso.
I succhi stimolano inoltre il fegato ed i reni
ad eliminare le tossine accumulate. Viene anche effettuata una terapia
epatica di sostegno sotto forma di ioduro organico e inorganico, notevoli
quantità di una combinazione di tre sali di potassio in soluzione
al 10% (acetato, gluconato e fosfato di potassio), enzimi pancreatici
e vitamina B3.
Il trattamento esclude tutti gli alimenti lavorati,
in scatola, salati, sott’aceto, imbottigliati, congelati, raffinati.
Sono esclusi anche gli stimolanti di ogni genere e le sostanze tossiche,
come le tinture per i capelli e i medicinali. Sono vietati anche i grassi
ed il fluoro e, temporaneamente, sono vietati anche formaggio, uova,
pesce, carne, latte e panna.
La percentuale delle guarigioni, tra i pazienti
del Dottor Gerson, quasi esclusivamente ammalati di cancri terminali,
e, comunque, tutti con metastasi, era superiore al 40%.
Nel 1946 il Dottor Gerson fu invitato ad illustrare
la sua terapia di fronte al Senato degli Stati Uniti. Esso metteva a
disposizione cento milioni di dollari per la ricerca sul cancro. Purtroppo
il disegno di legge S. 1875 fu sconfitto per 4 voti su un totale di
96 votanti dalla lobby medica sostenitrice del metodo chirurgico e radiologico
e la stampa fu impedita dall’incontrare Gerson.
A quest’evento seguirono cinquant’anni
di boicottaggio feroce, dovuto all’invidia professionale, alle
rivalità accademiche e, non ultima, alla legge del profitto.
Negli anni ’90, per pressione della base,
la terapia Gerson fu convalidata e tolta dalla lista delle “cure
non provate” pubblicata dall’Associazione Americana per
il Cancro.
E’ importante far presente che la terapia
Gerson offre migliori risultati ai pazienti che non si sono sottoposti
al trattamento chemioterapico, introdotto poco prima della morte di
Gerson. Questo trattamento crea infatti danni irreversibili al sistema
immunitario sulla cui integrità si basa il successo di questa
terapia naturale. Recentemente, comunque, è stato messo a punto
un protocollo speciale per i pazienti indeboliti da precedenti terapie
che ne ha permesso la guarigione in un buon numero.
Il 15 settembre 1990, la rivista “Lancet”
ha pubblicato i risultati di un’inchiesta compiuta in un ospedale
gersoniano da oncologi dell’Università di Londra. La conclusione
è stata “Fu documentata l’inequivocabile regressione
dei tumori”.
Sempre negli anni ’90, più di trent’anni
dopo la morte di Gerson, sono stati eseguiti due altri studi serissimi
sul suo metodo.
Il primo studio è stato pubblicato dal
chirurgo oncologico Peter Lechner dell’ospedale distrettuale di
Graz, in Austria. Esso riporta i risultati di una sperimentazione, durata
sei anni, della terapia Gerson su 60 pazienti operati di una vasta gamma
di tumori, parecchi dei quali con metastasi al fegato. Alcuni dei pazienti
sottoposti alla terapia Gerson, pur annacquata dal Lechner, e, per di
più, in congiunzione con metodi ortodossi (il che è diametralmente
contrario ai canoni non tossici della terapia in questione), sono guariti.
Tutti gli altri, comunque, sono vissuti più a lungo e meglio,
e con minori effetti collaterali dei trattamenti convenzionali rispetto
al gruppo di controllo.
Il secondo studio consiste in un’analisi
comparata fra la terapia Gerson e quella convenzionale in due gruppi
malati di melanoma, uno dei più letali tipi di tumore. Questo
studio è stato pubblicato nel settembre 1995 sulla rivista medica
americana “Alternative Therapies in Health and Medicine”,
vol.I, n.IV, con diagnosi confermate dall’Istituto di Patologia
delle Forze Armate Americane. Il 100% dei malati di melanoma, stadi
I e II, trattati con la terapia Gerson, sono arrivati al traguardo dei
cinque anni di sopravvivenza, contro il 79% del gruppo di controllo.
Per gli stadi IIIA e IIIB, con metastasi locali, il gruppo Gerson è
arrivato al 70% al traguardo dei 5 anni e l’altro solo al 41%.
Nel gruppo dei più malati stadio IVA, con metastasi distanti,
il traguardo dei cinque anni è stato raggiunto dal 39% dei pazienti
Gerson e solo dal 6% degli altri.
Tra i malati guariti dalla terapia Gerson ricordiamo
la signora Beata Bishop, psicologa e scenografa per la BBC. La Bishop,
nel libro “ A Time to Heal” (Penguin) racconta la sua esperienza
di malata guarita con questo metodo naturale. Doveva morire nel 1980
per un melanoma metastatizzat. Oggi più di venticinque anni dopo,
gira il mondo insegnando tecniche di rilassamento a persone malate di
cancro e terapeutico- psicologico ai medici a rischio di burn-out.
Maggiori spiegazioni sul trattamento possono
essere trovati nel volume “La terapia Gerson” (20 euro,
475 pp.) scritto da Charlotte Gerson, figlia del celebre medico ed edita
dalla Macro Edizioni. Questo libro è un aggiornamento ed un ampliamento
del volume che Gerson pubblicò nel 1958, un anno prima di morire,
intitolato “A Cancer Therapy, Results of 50 Cases” (Una
terapia per il tumore, risultati di 50 casi).
Per ulteriori informazioni, ci si può
rivolgere al Gerson Institute (1572 Second Avenue, San Diego, CA 92101,
www.gerson.org), fondato da Charlotte Gerson. Questo istituto diffonde
libri, articoli audio e video cassette sulla terapia. Organizza inoltre
seminari per il pubblico e corsi per medici. Ai medici e ai naturopati
europei che sanno l’inglese e che vorrebbero seguire uno di questi
corsi, l’istituto fornisce indirizzi e dettagli. Il Gerson Institute
prenota anche i posti all’ospedale vicino a San Diego dove viene
praticato il metodo.
Margaret Straus, nipote del dottor Max Gerson,
scrive articoli, fa conferenze e tiene seminari sul lavoro del nonno.
Essa è anche disponibile per dei colloqui, soprattutto telefonici
coi pazienti. Il suo e-mail per un primo contatto è margaret.straus@fastwebnet.it
.
La vita del Dottor Gerson è raccontata,
in forma di un romanzo investigativo molto avvincente, ne Il dottor
Max, scritto dal Professor Giuliano Dego, marito di Margaret Straus.